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Elena Benigni

Parlare con pietre, rocce e cristalli




La prima volta che ho incontrato un animale guida, il Giaguaro, era notte e le stelle brillavano sulla mia testa, le intravedevo tra gli alti alberi del parco Metropolitano di Quito. Sentii una grandissima pace e il desiderio di entrarvi completamente dentro, anche la Luna splendeva limpida, emanando la sua bianca benedizione su tutta la città, chiusi gli occhi per sentirne meglio gli influssi, in profondità e mi sentii trasportata verso l’alto, le stelle scesero verso di me tracciando strie luminose e poi...sparirono... La densità dell’aria era molto diversa da poco prima e lui apparve bello e con vividi colori davanti (o forse dietro) i miei occhi chiusi. Aveva in mano dei cristalli, dalla sua testa uscivano raggi colorati simili a fuochi d’artificio e, senza parlare, mi trasmetteva, insieme alla pace, qualcosa che sembrava una spiegazione. In seguito disegnandolo, capii che il messaggio riguardava la struttura della “materia” cristallina, come comunicarvi e infine come cambiarla. Fu l’inizio del mio viaggio nei regni della magia e in particolare della mio risveglio alla voce di pietre e cristalli (prima non avevo mai considerato che potessero parlare). Vorrei condividere con voi in questo articolo qualcosa del filone magico a cui il Giaguaro mi ha iniziata, una via per parlare con la materia minerale e cristallina , ma prima, qualche premessa scientifica: La struttura cristallina della materia è data dalla disposizione dei suoi atomi nello spazio, cioè si definisce cristallina una struttura atomica geometrica regolare che si ripete indefinitamente nelle dimensioni spaziali. In pratica possiamo trovare una struttura cristallina in ogni cosa della natura (nelle nostre ossa, nell’acqua, nei metalli, nelle piante...), tuttavia, le pietre e i cristalli magnificano questa caratteristica anche a livello macroscopico, si può cioè apprezzare la loro struttura cristallina ad occhio nudo. Parliamo ora un momento del tempo, il tempo è una misura relativa che definisce una sequenza di movimento reciproco tra due oggetti, ad esempio un anno, è la misura che definisce un giro completo della Terra intorno al Sole. Ma cosa succederebbe se la Terra si fermasse? Cosa succederebbe agli eventi? Rimarrebbero per sempre gli stessi? I libri di storia potrebbero venir aggiornati e conclusi? (ovviamente i libri di storia scritti su altri pianeti, giacché sulla Terra la vita finirebbe, almeno quella di che scrive libri). In un certo senso questo è quello che possiamo immaginare tra gli atomi di un cristallo, che siano “sospesi nel tempo”, in una relazione reciproca a orientamento fisso e ben ordinata, che anche in caso di crescita, si ripete uguale indefinitamente. Gli eventi a cui un cristallo ha assistito nella sua formazione, restano perciò registrati nella sua memoria geometrica. Si può dire in un certo senso che la funzione di pietre e cristalli sia proprio quella di mantenere la memoria del pianeta su cuinascono e crescono. Anche per questo, tra i regni della natura, quello minerale, è quello che più facilmente ci racconterà la storia di un luogo, del luogo dove vive e di quello da cui proviene, e non solo geologicamente, ma anche spiritualmente, ascoltando la sua energia. La geologia è una lettura materiale di queste informazioni, senz’altro accurata, ma si può anche leggere il piano più sottile della materia, cioè l’energia. Leggere gli atomi, le energie o gli spiriti che vivono in un minerale, è solo una questione di preferenze metodologica, come più ci piace conoscere e guardare il mondo: con gli occhi fisici o spirituali? O entrambi? Uno non esclude l’altro, anzi, ben venga una lettura congiunta e uno scambio aperto tra scienza e spiritualità (sarà un giorno splendido quando veggenti e scienziati si ascolteranno a cuore e mente aperti!) Ma veniamo alla lettura energetica dei minerali. Un semplice metodo per iniziare a farsi raccontare le loro storie è quello di entrare in risonanza con la loro struttura cristallina e far emergere alla nostra coscienza, il loro stato vibrazionale. Detto così può sembrare complesso, ma in realtà si tratta solo di ascoltarli, scambiare con loro la nostra energia. Per esempio: recatevi in un luogo naturale che vi piace e fate una bella passeggiata che attivi la vostra sensibilità e disposizione allo scambio di energia con gli esseri che vi abitano. Fate un po di esercizi per attivare il corpo e la sua vitalità: respirazione, stretching, meditazione, canto, quello che preferite. Quando vi sentite pronti e desiderosi di conoscere qualcosa in più della bellezza della natura che vi circonda, scegliete un punto con varie rocce che richiami la vostra attenzione e sedetevi su una di loro. Osservate con cura e scegliete con quale roccia volete iniziare a parlare. Per entrare nel vivo dello scambio, potete praticare l’esercizio di respirazione proposto nel rituale di scambio dei doni dell’anima (vedi). Quindi concentratevi sulla roccia che avete scelto e fate caso a tutto ciò che vi succede quando vi concentrate su di lei. Ascoltate il vostro corpo, come cambiano il respiro, il battito, la percezione dei limiti fisici, che sensazioni ed emozioni prevalgono (leggerezza, profondità, vuoto, allegria...)? emergono ricordi? Immagini interiori? Quello che sta succedendo mettendo tutta la vostra attenzione su questo altro essere vivente “al di fuori di voi”, è che ne state condividendo l’energia, è quindi iniziata la lettura. Useremo il corpo come una antenna, le sensazioni come “mediatrici culturali” e l’immaginazione come traduttrice tra il nostro e il loro linguaggio espressivo. Per sintonizzare l’antenna ci serve solo l’intenzione: esprimiamo la chiara intenzione di aprire le nostre percezioni ed estendere tutti i sensi che normalmente riserviamo al nostro corpo fisico, anche al loro. In questa prima fase, lasciamo scorrere tutte le sensazioni che ci arrivano e diamo il benvenuto ai nostri ospiti (le rocce). Unica cosa importante in questa fase è accogliere tutto, permettere tutto, in modo da diventare veri e propri amici con le

energie e le memorie delle pietre che stiamo consultando, che in naturomanzia chiamiamo anche spiriti. In ogni caso, quando si interpellano gli spiriti, è sempre moto efficace recitare una formula o una richiesta esplicita, ad alta voce e con ferma intenzione, se vi vengono le parole spontanee bene, altrimenti potete appoggiarvi a questa richiesta: “spiriti gentili, cristallini testimoni di tanti millenni, amici fidati di questo luogo, grazie per la vostra memoria, che accoglie e custodisce le gesta di madre Gaia, vi offro il mio ascolto e la mia energia, fate parlare attraverso di me la memoria di questa Terra...ditemi pure tutto ciò che volete. Grazie, grazie, grazie”. Ora è il momento di lasciar scorrere a fiumi, liberamente, comodamente sdraiati o seduti, tutte le suggestioni e sensazioni che vi arrivano . . . mettete attenzioni alle immagini interiori senza indirizzarle, un po come quando sognate, non pensate al loro ordine o significato, finché l’energia scorre lasciatela fare, riempirvi il petto di emozioni e gli occhi di lacrime... Dopo un po di scambio noterete che le sensazioni iniziano a prendere una direzione, invece di flussi misti e più o meno indistinti, siete giunti alla “memoria delle pietre”, il luogo dove loro amano raccontare e raccontarsi. A questo punto tutto ciò che dovete fare è fidarvi di loro e del vostro sistema di traduzione, cioè della vostra immaginazione. La prima volta potrà restarvi solo una vaga sensazione, o qualche immagine, ma se vi allenate un po, potrete “vedere” chiaramente l’evoluzione del luogo dove siete, eventi e trasformazioni da tempi immemori . . . ci sono anche tanti “trucchi” per migliorare la connessione e lo scambio,

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